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GLI ULTIMI GIORNI DI GESU' SULLA TERRA E LA PASQUA DI RESURREZIONE

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GLI ULTIMI GIORNI DI GESU' SULLA TERRA E LA PASQUA DI RESURREZIONE Empty GLI ULTIMI GIORNI DI GESU' SULLA TERRA E LA PASQUA DI RESURREZIONE

Messaggio  TRIVIALOZZO Ven 06 Apr 2012, 22:55


SETTIMO ED OTTAVO GIORNO DEL MESE DI NISAN DEL 33. D.C.

È il settimo giorno del mese ebraico di nisan dell'anno 33 D.C.. Immaginate di essere nella provincia romana della Giudea e di osservare certi avvenimenti. Lasciata Gerico e la sua vegetazione lussureggiante, Gesù Cristo e i discepoli sono in cammino su una strada tortuosa e polverosa. Molti altri viaggiatori stanno pure salendo a Gerusalemme per l'annuale festa della Pasqua. Tuttavia la mente dei discepoli è rivolta a ben altro che a questa faticosa salita.

Gli ebrei sono da tempo in attesa di un messia che li liberi dal giogo romano. Molti credono che Gesù di Nazaret sia quel Salvatore lungamente atteso. Per tre anni e mezzo ha parlato del Regno di Dio. Ha guarito malati e dato da mangiare agli affamati. Ha dato vero conforto al popolo.

GLI ULTIMI GIORNI DI GESU' SULLA TERRA E LA PASQUA DI RESURREZIONE Gesu_c10

Ma i capi religiosi non sopportano le infuocate denunce che egli rivolge loro e sono decisi a farlo uccidere. Nondimeno eccolo lì che, alla testa dei discepoli, percorre risolutamente l’assolata strada in salita.

Marco 10:38 "Ora erano in cammino, salendo a Gerusalemme, e Gesù andava davanti a loro, e provarono meraviglia; ma quelli che seguivano avevano timore...."

Mentre il sole cala dietro il sovrastante Monte degli Ulivi, Gesù e i suoi compagni arrivano nel villaggio di Betania, dove passano le successive sei notti. Ad accoglierli ci sono i cari amici Lazzaro, Maria e Marta. Dopo aver viaggiato sotto i cocenti raggi del sole, provano sollievo al fresco della sera, che segna l’inizio del sabato 8 nisan.

Giovanni 12:1,2 "Quindi Gesù, sei giorni prima della pasqua, arrivò a Betania, dov’era Lazzaro che Gesù aveva destato dai morti. Perciò gli imbandirono là un pasto serale, e Marta serviva, ma Lazzaro era uno di quelli che giacevano a tavola con lui."

NONO GIORNO DEL MESE DI NISAN DEL 33. D.C.

Dopo il sabato, Gerusalemme è in piena attività. Migliaia di pellegrini sono già arrivati in città per la Pasqua. Ma il brusio che udiamo non è quello che si sente di solito in questo periodo dell’anno. Folle di curiosi stanno scendendo di corsa per le viuzze diretti verso le porte della città. Mentre si fanno strada a spintoni per uscire dalle porte congestionate, uno spettacolo straordinario si offre ai loro occhi! Una gran folla in tripudio sta scendendo dal Monte degli Ulivi lungo la strada che viene da Betfage. Cosa sta succedendo?

Luca 19:37 "Appena si fu avvicinato alla strada che scende dal monte degli Ulivi, tutta la moltitudine dei discepoli cominciò a rallegrarsi e a lodare Dio ad alta voce per tutte le opere potenti che avevano visto"

Guardate! Gesù di Nazaret cavalca un puledro d’asina. La gente getta i mantelli sulla strada davanti a lui. Altri agitano rami di palma appena recisi e inneggiano: “Benedetto colui che viene nel nome di Geova, sì, il re d’Israele!"

GLI ULTIMI GIORNI DI GESU' SULLA TERRA E LA PASQUA DI RESURREZIONE Palme

Mentre la folla si avvicina a Gerusalemme, Gesù guarda la città e si commuove profondamente. Comincia a piangere, e lo udiamo predire che la città sarà distrutta. Quando poco dopo arriva al tempio, Gesù insegna alle folle e guarisce i ciechi e gli zoppi che vanno da lui.

Luca 19.41-47 " E quando fu vicino, guardò la città e pianse su di essa, dicendo: “Se tu, sì, tu, avessi compreso in questo giorno le cose che hanno relazione con la pace, ma ora esse sono state nascoste ai tuoi occhi. Poiché verranno su di te i giorni nei quali i tuoi nemici edificheranno attorno a te una fortificazione con pali appuntiti e ti circonderanno e ti affliggeranno da ogni parte, e getteranno a terra te e i tuoi figli dentro di te, e non lasceranno in te pietra sopra pietra, perché non hai compreso il tempo in cui sei stata ispezionata”. Ed entrato nel tempio, cominciò a cacciare quelli che vendevano, 46 dicendo loro: “È scritto: ‘E la mia casa sarà una casa di preghiera’, ma voi ne avete fatto una spelonca di ladroni”. Inoltre, insegnava quotidianamente nel tempio. Ma i capi sacerdoti e gli scribi e gli uomini principali del popolo cercavano di distruggerlo"

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Matteo 21:14 "E nel tempio gli si accostarono ciechi e zoppi, ed egli li guarì"


La cosa viene notata dai capi sacerdoti e dagli scribi. Come si irritano vedendo le opere meravigliose che Gesù compie e l’esultanza delle folle! Incapaci di nascondere la loro indignazione, i farisei sbottano: “Maestro, rimprovera i tuoi discepoli”! Gesù risponde: “Vi dico: Se questi tacessero, le pietre griderebbero”. Prima di allontanarsi, Gesù nota le attività commerciali che si svolgono nel tempio.

DECIMO GIORNO DEL MESE DI NISAN DEL 33. D.C.

Gesù arriva al tempio di buon’ora. Ieri non ha potuto fare a meno di indignarsi vedendo lo sfacciato mercimonio che viene fatto dell’adorazione del Padre suo, Dio. Con grande zelo, quindi, comincia a cacciare fuori quelli che comprano e vendono nel tempio. Poi rovescia le tavole degli avidi cambiamonete e i sedili dei venditori di colombe. “È scritto”, esclama Gesù, “‘la mia casa sarà chiamata casa di preghiera’, ma voi ne fate una spelonca di ladroni”. (Marco 21:12,13)

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I capi sacerdoti, gli scribi e i notabili non sopportano ciò che Gesù fa e ciò che insegna pubblicamente. Fremono dalla voglia di ucciderlo! Ma si trattengono a motivo della folla, che si meraviglia di ciò che Gesù insegna e ‘pende dalle sue labbra’.

Luca 19: 47,48 "Inoltre, insegnava quotidianamente nel tempio. Ma i capi sacerdoti e gli scribi e gli uomini principali del popolo cercavano di distruggerlo; eppure non trovavano che cosa potessero fare, poiché tutto il popolo lo ascoltava, pendendo dalle sue labbra"

Mentre si avvicina la sera, Gesù e i suoi compagni ripercorrono la piacevole strada fino a Betania per concedersi una buona notte di riposo.

UNDICESIMO GIORNO DEL MESE DI NISAN DEL 33. D.C.

È mattina presto e Gesù e i discepoli sono già in cammino verso Gerusalemme, passando per il Monte degli Ulivi. Appena arrivano nel tempio, i capi sacerdoti e gli anziani affrontano Gesù. Il ricordo di ciò che ha fatto ai cambiamonete e ai mercanti nel tempio è ancora bruciante. I suoi nemici gli chiedono con veemenza: “Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?” “Anch’io vi chiederò una cosa”, replica Gesù. “Se me la dite, anch’io vi dirò con quale autorità faccio queste cose: Il battesimo di Giovanni di dov’era? Dal cielo o dagli uomini?” Consultandosi, gli oppositori ragionano fra loro: “Se diciamo: ‘Dal cielo’, ci dirà: ‘Perché, dunque, non gli avete creduto?’ Se invece diciamo: ‘Dagli uomini’, c’è da aver timore della folla, poiché tutti ritengono Giovanni un profeta”. Frustrati, rispondono debolmente: “Non sappiamo”. Gesù risponde con calma: “Nemmeno io vi dico con quale autorità faccio queste cose”.(Matteo 21:23-27)

Ora i suoi nemici cercano di coglierlo in fallo facendogli dire qualcosa che dia loro un pretesto per farlo arrestare. “È lecito”, gli chiedono, “pagare il tributo a Cesare o no?” “Mostratemi la moneta del tributo”, risponde Gesù. Poi chiede: “Di chi è questa immagine e l’iscrizione?” “Di Cesare”, dicono. Spiazzandoli, Gesù dice chiaramente in modo che tutti sentano: “Rendete dunque a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio”.(Matteo 22:15-22)

Avendo messo a tacere i nemici con un’argomentazione inconfutabile, ora Gesù passa all’offensiva davanti alle folle e ai suoi discepoli. Ascoltate la sua coraggiosa denuncia degli scribi e dei farisei. “Non fate secondo le loro opere”, dice, “poiché dicono ma non fanno”. Intrepidamente Gesù li definisce guide cieche e ipocriti e annuncia loro una serie di guai: “Serpenti, progenie di vipere”, dice, “come sfuggirete al giudizio della Geenna?” — Matteo 23:1-33

Queste ardenti denunce non indicano che Gesù non sappia vedere i lati buoni degli altri. Successivamente osserva la gente che mette il denaro nelle casse del tesoro del tempio. Com’è toccante vedere una vedova bisognosa mettere tutti i suoi mezzi di sostentamento: due monetine di piccolissimo valore! Con calore e apprezzamento Gesù fa notare che in effetti la donna ha messo molto più di tutti quelli che hanno fatto cospicue contribuzioni:

Luca 21:1-4 " Ora, alzando gli occhi, vide i ricchi che gettavano i loro doni nelle casse del tesoro. Quindi vide una vedova bisognosa gettarvi due monetine di minimo valore, e disse: “Veramente vi dico: Questa vedova, benché povera, ha gettato più di tutti. Poiché tutti questi hanno gettato doni del loro avanzo, ma questa [donna] nella sua indigenza ha gettato tutti i suoi mezzi di sostentamento”.

Ora Gesù se ne va dal tempio per l’ultima volta. Alcuni discepoli ne ammirano la magnificenza, dicendo che è “adorno di pietre eccellenti e cose dedicate”. Con loro sorpresa Gesù replica: “Verranno i giorni in cui non sarà lasciata qui pietra sopra pietra che non sia diroccata”. (Luca 21:5, 6) Mentre escono con Gesù dalla città caotica, gli apostoli si chiedono cosa avrà voluto dire con quelle parole.

Ebbene, poco dopo Gesù e gli apostoli si siedono un po’ per godersi la pace e la quiete del Monte degli Ulivi. Mentre osservano la splendida vista di Gerusalemme e del tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea chiedono a Gesù di spiegare la sua sorprendente predizione. “Dicci: Quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose?”

Rispondendo, il grande Insegnante pronuncia una profezia davvero straordinaria. Predice grandi guerre, terremoti, penuria di viveri e pestilenze.

Luca 21:10,11 "10 Quindi proseguì, dicendo loro: “Sorgerà nazione contro nazione, e regno contro regno; 11 e ci saranno grandi terremoti, e in un luogo dopo l’altro pestilenze e penuria di viveri; e ci saranno paurose visioni e dal cielo grandi segni"

I quattro apostoli ascoltano attentamente mentre Gesù tratta altri aspetti del ‘segno della sua presenza’. Ribadisce la necessità di ‘essere vigilanti’. Perché? “Perché non sapete in quale giorno verrà il vostro Signore”, dice.

Per Gesù e gli apostoli è stata una giornata indimenticabile. In effetti è l’ultimo giorno del ministero pubblico di Gesù prima che venga arrestato, processato e messo a morte. Poiché si sta facendo tardi, si rimettono in cammino sulla collina per tornare a Betania.

DODICESIMO E TREDICESIMO GIORNO DEL MESE DI NISAN DEL 33. D.C.

Gesù trascorre il 12 nisan tranquillamente con i discepoli. Sa che i capi religiosi vogliono a tutti i costi ucciderlo, e non vuole che gli impediscano in alcun modo di celebrare la Pasqua che deve aver luogo la sera dopo.

Marco 14:1,2 " Ora due giorni dopo era la pasqua e [la festa de]i pani non fermentati. E i capi sacerdoti e gli scribi cercavano come afferrarlo con un astuto stratagemma e ucciderlo; poiché ripetutamente dicevano: “Non alla festa; affinché non ci sia un tumulto del popolo”.
Il giorno seguente, 13 nisan, la gente è impegnata negli ultimi preparativi per la Pasqua. Nelle prime ore del pomeriggio Gesù manda Pietro e Giovanni a preparare la Pasqua per loro in una camera superiore a Gerusalemme. Poco prima del tramonto Gesù e gli altri dieci apostoli si incontrano lì con loro per celebrare l’ultima Pasqua.

QUATTORDICESIMO GIORNO DEL MESE DI NISAN DEL 33. D.C., DOPO IL TRAMONTO

Gerusalemme è avvolta dalla luce soffusa del crepuscolo mentre sul Monte degli Ulivi splende la luna piena. In una grande camera ammobiliata Gesù e i dodici giacciono intorno a una tavola apparecchiata.

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Luca 22:14,15 "Infine, quando fu venuta l’ora, egli giacque a tavola, e gli apostoli con lui. 15 E disse loro: “Ho grandemente desiderato mangiare con voi questa pasqua prima che io soffra; 16 poiché vi dico: Non la mangerò di nuovo finché non sia adempiuta nel regno di Dio”

Dopo un po’ gli apostoli notano con meraviglia che Gesù si alza e depone le vesti. Prende un asciugamano e una bacinella d’acqua e comincia a lavare loro i piedi. Che indimenticabile lezione di umile servizio!

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Giovanni 13:2-15 "E durante il pasto serale, avendo già il Diavolo posto nel cuore di Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, egli, sapendo che il Padre aveva dato ogni cosa nelle [sue] mani e che era venuto da Dio e a Dio andava, si alzò dal pasto serale e depose le sue vesti. E, preso un asciugatoio, se lo cinse. Mise poi dell’acqua in un bacino e cominciò a lavare i piedi ai discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio del quale si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro. Egli gli disse: “Signore, tu lavi i piedi a me?” Rispondendo, Gesù gli disse: “Ciò che sto facendo non lo capisci al presente, ma lo capirai dopo queste cose”. Pietro gli disse: “Certamente tu non mi laverai mai i piedi”. Gesù gli rispose: “Se non ti lavo, non avrai nessuna parte con me”. Simon Pietro gli disse: “Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e la testa”. Gesù gli disse: “Chi ha fatto il bagno non ha bisogno di lavarsi che i piedi, ma è interamente puro. E voi siete puri, ma non tutti”. Conosceva, in realtà, l’uomo che lo tradiva. Per questo disse: “Non tutti siete puri”. Quando dunque ebbe lavato loro i piedi ed ebbe rimesso le sue vesti, giacendo di nuovo a tavola, disse loro: “Sapete che cosa vi ho fatto? Voi mi chiamate: ‘Maestro’ e ‘Signore’, e parlate giustamente, poiché lo sono. Perciò, se io, benché Signore e Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Poiché vi ho dato il modello, affinché come vi ho fatto io, così facciate anche voi"

Gesù però sa che uno di loro — Giuda Iscariota — ha già disposto di tradirlo e consegnarlo ai capi religiosi. Comprensibilmente, Gesù è molto afflitto. “Uno di voi mi tradirà”, rivela. Gli apostoli ne sono grandemente addolorati. (Matteo 26:21, 22) Dopo aver celebrato la Pasqua, Gesù dice a Giuda: “Quello che fai, fallo più presto”. — Giovanni 13:27.

Dopo che Giuda se ne è andato, Gesù introduce un pasto per commemorare la sua morte imminente. Prende uno dei pani non lievitati, rende grazie in preghiera, lo spezza e dice agli undici di mangiarne. “Questo significa il mio corpo”, dice, “che dev’essere dato in vostro favore. Continuate a far questo in ricordo di me”. Poi prende un calice di vino rosso. Dopo aver pronunciato una benedizione, lo porge loro, dicendo di berne. Gesù aggiunge: “Questo significa il mio ‘sangue del patto’, che dev’essere versato a favore di molti per il perdono dei peccati”.

Nel corso di quella sera memorabile, Gesù insegna ai suoi fedeli apostoli molte lezioni preziose, fra cui l’importanza dell’amore fraterno. (Giovanni 13:34, 35) Assicura loro che riceveranno un “soccorritore”, lo spirito santo, il quale rammenterà loro tutte le cose che egli ha detto loro. (Giovanni 14:26) Più tardi quella stessa sera dev’essere stato molto incoraggiante per loro udire Gesù pronunciare una fervida preghiera a loro favore. (Giovanni, capitolo 17) Dopo aver cantato cantici di lode, lasciano la stanza superiore e seguono Gesù all’aperto, nella fresca aria della notte.

Attraversando la valle del Chidron, Gesù e gli apostoli raggiungono uno dei loro luoghi preferiti, il giardino del Getsemani. Mentre gli apostoli rimangono ad aspettare, Gesù si allontana di poco per pregare. Mentre supplica Dio di aiutarlo, prova un indescrivibile stress emotivo.

Luca 22:44 "Ma, entrato in agonia, continuò a pregare più intensamente; e il suo sudore divenne come gocce di sangue che cadevano al suolo"

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Il solo pensiero di recare biasimo al suo caro Padre celeste, se dovesse venir meno, lo angoscia oltre ogni dire.

Gesù ha appena finito di pregare quando arriva Giuda Iscariota con una folla armata di spade, bastoni e torce. “Buon giorno, Rabbi!”, dice Giuda, baciando teneramente Gesù. È il segnale perché arrestino Gesù. All’improvviso Pietro trae la spada e stacca un orecchio allo schiavo del sommo sacerdote. “Riponi la tua spada al suo posto”, dice Gesù mentre sana l’orecchio dell’uomo. “Tutti quelli che prendono la spada periranno di spada”.

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Tutto accade così in fretta! Gesù viene arrestato e legato. Confusi e in preda alla paura, gli apostoli abbandonano il loro Signore e fuggono. Gesù viene condotto da Anna, ex sommo sacerdote. Poi viene portato da Caiafa, il sommo sacerdote in carica, perché sia processato. Nelle prime ore del mattino il Sinedrio accusa falsamente Gesù di bestemmia.

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Marco 14: 50-65 "E tutti lo abbandonarono e fuggirono. Ma un giovane che indossava una veste di lino fine sul [corpo] nudo lo seguiva da vicino; e cercarono di afferrarlo, ma egli si lasciò dietro la veste di lino e se ne fuggì nudo. Ora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e tutti i capi sacerdoti e gli anziani e gli scribi si riunirono. Ma Pietro, da lontano, lo seguì fino al cortile del sommo sacerdote; e sedeva insieme ai servitori della casa, riscaldandosi davanti alla luce del fuoco. Nel frattempo i capi sacerdoti e l’intero Sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non ne trovavano alcuna. Molti, in realtà, rendevano falsa testimonianza contro di lui, ma le loro testimonianze non erano concordi. E alcuni, levatisi, rendevano falsa testimonianza contro di lui, dicendo: “Noi lo abbiamo udito dire: ‘Io abbatterò questo tempio che è stato fatto con mani e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto con mani’”. 59 Ma neppure su queste cose la loro testimonianza era concorde. Infine il sommo sacerdote si alzò in mezzo a loro e interrogò Gesù, dicendo: “Non rispondi nulla? Che testimoniano questi contro di te?” Ma egli taceva e non diede nessuna risposta. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogava, dicendogli: “Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?” Quindi Gesù disse: “Lo sono; e voi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della potenza e venire con le nubi del cielo”. Allora il sommo sacerdote si strappò le vesti e disse: “Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia. Che ve ne sembra?” Tutti lo condannarono come reo di morte. 65 E alcuni cominciarono a sputargli addosso e a coprirgli tutta la faccia e a colpirlo con i pugni, dicendogli: “Profetizza!” E, schiaffeggiandolo, i servitori del tribunale lo presero"

Successivamente Caiafa lo fa portare dal governatore romano Ponzio Pilato. Questi manda Gesù da Erode Antipa, governante della Galilea, il quale con le sue guardie lo schernisce. Poi Gesù viene rimandato da Pilato, che ne conferma l’innocenza. Ma i capi religiosi ebrei insistono perché lo condanni a morte. Dopo aver subìto numerose ingiurie e violenze, Gesù viene portato sul Golgota, dove viene spietatamente inchiodato su un palo di tortura e muore fra atroci sofferenze.

Marco 15:1-39 "E immediatamente, all’alba, i capi sacerdoti con gli anziani e gli scribi, sì, tutto il Sinedrio, tennero consiglio e, legato Gesù, lo condussero e lo consegnarono a Pilato. E Pilato gli fece la domanda: “Sei tu il re dei giudei?” Rispondendo, gli disse: “Tu stesso [lo] dici”. Ma i capi sacerdoti lo accusavano di molte cose. E Pilato lo interrogava di nuovo, dicendo: “Non rispondi nulla? Vedi quante accuse presentano contro di te”. Ma Gesù non diede ulteriore risposta, tanto che Pilato si meravigliava. Ora, di festa in festa egli liberava loro un prigioniero, quello che richiedevano. Allora c’era il cosiddetto Barabba in legami con i sediziosi, che nella loro sedizione avevano commesso assassinio. E la folla, salita, cominciò a fare richiesta secondo quanto egli era solito far loro. Pilato rispose loro, dicendo: “Volete che vi liberi il re dei giudei?” Poiché sapeva che i capi sacerdoti lo avevano consegnato per invidia. Ma i capi sacerdoti incitarono la folla perché piuttosto liberasse loro Barabba. Di nuovo Pilato rispose, dicendo loro: “Che farò, dunque, di colui che chiamate il re dei giudei?” Ancora una volta gridarono: “Al palo!” Ma Pilato proseguì dicendo loro: “Perché, che ha fatto di male?” Ma essi gridavano ancora di più: “Al palo!” Allora Pilato, desiderando soddisfare la folla, liberò loro Barabba, e, dopo aver fatto sferzare Gesù, lo consegnò perché fosse messo al palo. I soldati lo condussero ora nel cortile, cioè nel palazzo del governatore; e radunarono l’intero reparto delle truppe, e lo rivestirono di porpora e, intrecciata una corona di spine, gliela misero. E cominciarono a salutarlo: “Buon giorno, re dei giudei!” E lo percuotevano sulla testa con una canna e gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, gli rendevano omaggio. Infine, dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e lo rivestirono con le sue vesti. E lo condussero fuori per metterlo al palo. E costrinsero un passante, un certo Simone di Cirene, che veniva dai campi, il padre di Alessandro e di Rufo, a prestare servizio, sollevando il suo palo di tortura. E lo condussero al luogo [detto] Gòlgotha, che tradotto significa: Luogo del Teschio.

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Qui cercarono di dargli vino drogato con mirra, ma egli non lo volle prendere. E lo misero al palo e distribuirono le sue vesti, gettando la sorte su di esse per vedere ciò che ciascuno avrebbe preso. Ed era la terza ora, e lo misero al palo. E l’iscrizione dell’accusa contro di lui era scritta di sopra: “Il re dei giudei”. Inoltre, misero al palo due ladroni con lui, uno alla sua destra e uno alla sua sinistra. E quelli che passavano di là parlavano ingiuriosamente di lui, scuotendo la testa e dicendo: “Ehi! Tu che abbattevi il tempio e lo edificavi in tre giorni, salva te stesso scendendo dal palo di tortura”. In modo simile anche i capi sacerdoti lo schernivano fra loro con gli scribi, dicendo: “Ha salvato altri; non può salvare se stesso! Scenda ora il Cristo, il re d’Israele, dal palo di tortura, affinché vediamo e crediamo”. Anche quelli che erano al palo insieme a lui lo biasimavano. Quando venne la sesta ora, le tenebre scesero su tutto il paese fino alla nona ora. E alla nona ora Gesù chiamò ad alta voce: “Elì, Elì, lamà sabachthàni?” che tradotto significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” E alcuni di quelli che stavano lì accanto, uditolo, dicevano: “Vedi, chiama Elia”. Ma uno corse, inzuppò una spugna di vino acido, la pose su una canna e gli dava da bere, dicendo: “Lasciate stare! Vediamo se Elia viene a calarlo giù”. Ma Gesù emise un alto grido e spirò. E la cortina del santuario si squarciò in due da cima a fondo. Or quando l’ufficiale dell’esercito, che stava lì accanto, di fronte a lui, ebbe visto che era spirato in queste circostanze, disse: “Certamente quest’uomo era il Figlio di Dio”.


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Giovanni 20:1-31 "Il primo giorno della settimana Maria Maddalena venne presto alla tomba commemorativa, mentre c’erano ancora le tenebre, e vide la pietra già tolta dalla tomba commemorativa. Perciò corse e venne da Simon Pietro e dall’altro discepolo, per il quale Gesù aveva affetto, e disse loro: “Hanno tolto il Signore dalla tomba commemorativa e non sappiamo dove l’hanno posto”. Quindi Pietro e l’altro discepolo uscirono e si avviarono verso la tomba commemorativa. Sì, i due correvano insieme; ma l’altro discepolo corse avanti più velocemente di Pietro e giunse per primo alla tomba commemorativa. E, chinatosi in avanti, vide le bende a giacere, ma non entrò. Quindi venne anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nella tomba commemorativa. E vide le bende a giacere, e il panno che era stato sulla sua testa, non a giacere con le bende, ma arrotolato separatamente in un luogo. Allora, dunque, entrò anche l’altro discepolo che era giunto per primo alla tomba commemorativa, e vide e credette. Poiché non discernevano ancora la scrittura che egli doveva sorgere dai morti. E i discepoli se ne tornarono a casa. Maria se ne stava comunque fuori presso la tomba commemorativa, piangendo. Quindi, mentre piangeva, si chinò in avanti per guardare nella tomba commemorativa e vide due angeli [vestiti] di bianco, seduti uno al capo e uno ai piedi dov’era stato a giacere il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: “Donna, perché piangi?” Essa disse loro: “Hanno tolto il mio Signore e non so dove lo hanno posto”. Dopo aver detto queste cose, si voltò e vide Gesù in piedi, ma non sapeva che era Gesù. Gesù le disse: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?” Essa, immaginando che fosse l’ortolano, gli disse: “Signore, se tu l’hai portato via, dimmi dove lo hai posto, e io lo toglierò”. Gesù le disse: “Maria!” Voltatasi, essa gli disse, in ebraico: “Rabbòni!” (che significa “Maestro!”) Gesù le disse: “Smetti di stringerti a me. Poiché non sono ancora asceso al Padre. Ma va dai miei fratelli e di’ loro: ‘Io ascendo al Padre mio e Padre vostro e all’Iddio mio e Iddio vostro’”.Maria Maddalena venne e portò ai discepoli la notizia: “Ho visto il Signore!” e che le aveva detto queste cose. Perciò, quando si fece tardi quel giorno, il primo della settimana, e, benché dov’erano i discepoli le porte fossero serrate per timore dei giudei, Gesù venne e stette in mezzo a loro, dicendo: “Abbiate pace”. E dopo aver detto questo mostrò loro le mani e il fianco. Quindi i discepoli si rallegrarono vedendo il Signore. Gesù, perciò, disse loro di nuovo: “Abbiate pace. Come il Padre ha mandato me, così anch’io mando voi”. E dopo aver detto questo soffiò su di loro e disse loro: “Ricevete spirito santo. A chiunque perdonerete i peccati, resteranno perdonati; a chiunque li riterrete, resteranno ritenuti”. Ma Tommaso, uno dei dodici, che era chiamato Il Gemello, non era con loro quando venne Gesù. Quindi gli altri discepoli gli dicevano: “Abbiamo visto il Signore!” Ma egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, certamente non crederò”. E otto giorni dopo i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso con loro. Gesù venne, benché le porte fossero serrate, e stette in mezzo a loro, dicendo: “Abbiate pace”. Poi disse a Tommaso: “Metti il tuo dito qui, e vedi le mie mani, e prendi la tua mano e mettila nel mio fianco, e smetti di essere incredulo ma divieni credente”. Rispondendo, Tommaso gli disse: “Mio Signore e mio Dio!” Gesù gli disse: “Perché mi hai visto hai creduto? FELICI QUELLI CHE NON VEDONO E CREDONO”.


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GLI ULTIMI GIORNI DI GESU' SULLA TERRA E LA PASQUA DI RESURREZIONE Empty Re: GLI ULTIMI GIORNI DI GESU' SULLA TERRA E LA PASQUA DI RESURREZIONE

Messaggio  resistance Lun 09 Apr 2012, 22:56

Bellissimo lavoro Susy... GRAZIE... I love you

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