TAROCCHI IN ALLEGRIA
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

PER SAMUELA E TUTTI - LE DUE NATURE DELL'UOMO

Andare in basso

PER SAMUELA E TUTTI  - LE DUE NATURE DELL'UOMO Empty PER SAMUELA E TUTTI - LE DUE NATURE DELL'UOMO

Messaggio  TRIVIALOZZO Sab 29 Gen 2011, 10:11

Ciao a tutti, ed in particolare a Samuela,
come promesso eccomi qua a postare un pezzo tratto dal bellissimissimo libro "GLI OCCHI DEL DRAGO" di Stephen King (mio scrittore preferito) che mi piace un casino e che voglio condividere con voi.
Parla delle due nature dell'uomo. Premessa: Roland è il re di Delain, Sasha è la regina sua moglie e Peter è il principino primogenito.

Peter aveva solo cinque anni quando era morta sua madre, ma la ricordava con affetto. Per lui sua madre era stata dolce, amorevole, misericordiosa. Ma cinque anni sono pochi e per questo i suoi ricordi non erano molto specifici. Ce n'era però uno che serbava con grande chiarezza ed era un rimprovero che aveva subito da lei. Molto più tardi il ricordo di quel rimprovero gli sarebbe stato vitale. Riguardava il suo tovagliolo.
Ogni primo di Cinquemese si teneva una festa a corte per celebrare la piantatura di primavera. giunto al quinto anno d'età, a Peter era stato permesso di parteciparvi per la prima volta. L'usanza voleva che Roland si sedesse a capo della tavola con l'erede al trono alla sua destra e la regina all'altro capo. Il risultato pratico di questa dislocazione era che Peter sarebbe stato fuori portata durante il pranzo, perciò Sasha lo aveva accuratamente istruito su come si sarebbe dovuto comportare. Desiderava che il suo figlio facesse bella figura e che si mostrasse educato. Sapeva inoltre che durante il pranzo sarebbe stato abbandonato a se stesso, visto che suo padre non sapeva niente di galateo.
Qualcuno di voi si meraviglierà che il compito di educare Peter alle buone maneiere ricadesse su Sasha. Forse che il ragazzo non aveva una governante? (Si, anzi, ne aveva due). Non c'erano servitori il cui servizio fosse interamente dedicato al piccolo principe? (Ce n'erano a battaglioni). Il trucco non stava nell'indurre queste persone a occuparsi di Peter, bensì nel tenerle a distanza. Almeno per quanto le era possibile, Sasha desiderava crescere suo figlio da sé e aveva idee molto precise su come voleva che suo figlio fosse allevato. Lo amava con tutto il cuore e voleva trascorrere il suo tempo con lui per ragioni certamente egoistiche. Era però anche consapevole dallea grande e solenne responsabilità di cui era investito chiunque si occupasse dell'educazione di Peter: quel bambino un giorno sarebbe stato re e sopra ogni altra cosa Sasha voleva che fosse bravo. Un bravo ragazzo, pensava, sarebbe stato un bravo re.
I banchetti nella Sala Reale non erano ricorrenze molto raffinate e difficilmente una bambinaia si sarebbe preoccupata più che tanto di come si sarebbe potuto comportare a tavola il bambino. Oh, ma un giorno sarà re! avrebbero esclamato, non poco stupite all'idea di doverlo correggere in questioni così marginali. Che importa se rovescia la salsiera? Che importa se si sbrodola il pizzo o se addirittura lo usa per asciugarvisi le mani? Non è forse vero che ai suoi tempi re Alan vomitava talvolta nel piatto e poi ordinava al giullare di corte di avvicinarsi e "bere questa buona minestra calda"? Non è forse vero che re John staccava con un morso la testa alle trote vive e ne infilava il corpo guizzante nel corpetto delle ancelle? NOn sarebbe comunque finito questo banchetto come tutti gli altri con i partecipanti che si lanciavano cibo da una parte all'altra del tavolo?
Indubbiamente si, ma la regina e Peter si sarebbero ritirati ben prima che il pranzo degenerasse a un lancio reciproco di vivande. Ciò che maggiormente preoccupava Sasha era l'atteggiamento del "che importa". Pensava che fosse il peggior concetto che chiunque potesse inculcare nella mente di un bambino destinato a diventare re.
Così Sasha aveva istruito Peter meticolosamente e quella sera al banchetto l'aveva osservato con attenzione. E più tardi, quando lui era sdraiato nel suo letto con le palpebre già pesanti di sonno, gli aveva parlato.
Poichè era una brava mamma, per prima cosa si era congratulata amorevolmente con lui per come si era comportato ed in questo era stata sincera, perchè per quasi tutto il tempo i suoi modi erano stati esemplari, Ma sapeva che nessuno lo avrebbe corretto là dove aveva sbagliato, se non lei e sapeva di doverlo fare subito, in quei pochi anni durante i quali lui avrebbe continuato a idoleggiarla. Così, dopo i complimenti, aveva aggiunto:
"In una cosa però hai sbagliato, Pete, e non voglio vederti farlo mai più".
Sdraiato nel letto, Peter la guardava con un espressione solenne negli occhi blu. "Che cosa, madre?".
"Non hai usato il tovagliolo" aveva risposto lei. "L'hai lasciato ripiegato accanto al tuo piatto e mi è molto dispiaciuto vederlo. Hai mangiato il pollo arrosto con le mani e in questo hai agito correttamente perchè è così che fanno gli uomini. Ma quando hai posato il pollo nel piatto, ti sei pulito le dita sulla camicia e questo non è bene."
"Ma mio padre...e il signor Flagg...e gli altri nobili...".
"Accidenti a Flagg e accidenti a tutti i nobili di Delain!" aveva esclamato lei con impeto e Peter si era rannicchiato un tantino nel suo letto. Era impaurito e si vergognava di aver fatto sbocciare quelle rose sulle guance di sua madre. "Ciò che fa tuo padre è giusto, perchè lui è il re. E tutto quello che farai tu quando sarai re, sarà sempre giusto. Ma Flagg non è re, per quanto possa desiderare di esserlo, e i nobili non sono re e tu ancora non sei re, ma solo un bambino che ha dimenticato le buone maniere."
Vedendo che Peter era spaventato, aveva sorriso. Gli aveva posato una mano sulla fronte.
"Stai tranquillo, Peter", lo aveva rassicuraro. "E' una piccola cosa, ma importante lo stesso...perchè sarai re a tempo debito. Ora corri a prendere la tua lavagna"
"Ma è ora di dormire..."
"Accidenti anche all'ora di dormire. Il sonno può aspettare. Porta la lavagna."
Peter era corso a prenderla.
Sasha aveva impugnato il pezzetto di gesso legato alla lavagnetta e con molta cura aveva scritto tre lettere in stampatello. "Sai leggere questa parola, Peter?"
Peter aveva annuito. Poche erano le parole che sapeva leggere, sebbene conoscesse quasi tutte le Maiuscole. Quella era una delle parole che conosceva. GOD, che in inglese significa "Dio".
"C'è scritto GOD"
"Si, bravo. Ora scrivila al contrario e vediamo che cosa trovi"
"Al contrario?", aveva ripetuto Peter poco convinto.
"Proprio così".
Peter aveva ubbidito, tracciando le sue incerte lettere infantili sulla lavagna sotto alla precisa scrittura di sua madre. Quindi era rimasto stupefatto a contemplare un'altra delle poche parole che era in grado di leggere: DOG, che in inglese vuol dire "cane"
"DOG! Mamma! C'è scritto DOG!"
"Si. DOG, cane".
La tristezza nella voce della madre avrva spento immediatamente l'eccitazione di Peter. L'indice della madre si era spostato dall'una all'altra parola. "Queste sono le due nature dell'uomo", gli aveva spiegato. "Non scordartelo, perchè un giorno tu sarai re e i re crescono fino a diventare grandi e altri...tanto grandi e tanto alti quanto i draghi alla loro nona muta."
"Papà non è grande e alto", aveva obiettato Peter. Roland in effetti era basso e aveva le gambe molto storte. Inoltre portava davanti a sè un notevole pancione per tutta la birra e tutto l'idromele che aveva consumato.
Sasha aveva sorriso.
"Oh, ma lo è. I re crescono invisibilmente, Peter, e succede tutt'a un tratto, appena impugnano lo scettro e sulla loro testa viene posata la corona nella Piazza dell'Obelisco".
"Davvero?". E Peter aveva fatto occhi grandi e rotondi.
Pensava che l'argomento si fosse alquanto allontanato dalla sua dimenticanza di aver fatto uso del tovagliolo al banchetto, ma non gli dispiaceva che quel fatto imbarazzante fosse andato perso in favore di quest'altro così terribilmente interessante. E poi si era già ripromesso di non scordare mai più di usare il tovagliolo: se era importante per sua madre, allora era importante per lui.
"Si, davvero. I re diventano spaventosamente grandi e questo è il motivo per cui devono essere particolarmente prudenti, perchè le persone grandi possono schiacciare quelle più piccole sotto i piedi solo uscendo a fare una passeggiata o voltandosi o sedendosi precipitosamengte nel posto sbagliato. Sono cose che i re cattivi fanno spesso. Credo che nemmeno i re buoni possano evitare di farlo talvolta."
"Non credo di capire..."
"Allora ascolta ancora un momento". La regina battè di nuovo il dito sulla lavagnetta. "I nostri predicatori dicono che la nostra natura è in parte Dio e in parte del vecchio Piede di Porco. Tu sai chi è il vecchio Piede di Porco, Peter?"
"E' il diavolo"
"Si. Esistono però pochi diavoli anche fuori delle storie inventate, Peter, e la gran parte delle persone cattive sono più simili a cani che a diavoli. I cani sono amichevoli ma stupidi e così la maggior parte degli uomini e delle donne quando sono ubriachi. Un cane eccitato e confuso può mordere; un uomo eccitato e confuso può ricorrere alla violenza. Si dice del cane che è il miglior amico dell'uomo perchè la sua fedeltà è cieca, ma se l'unica virtù di un uomo è la cieca fedeltà, secondo me costui è un uomo cattivo. I cani sanno essere coraggiosi, ma sanno anche essere vigliacchi e mettersi a guaire nella notte o scappare dal pericolo con la coda fra le zampe. Un cane è pronto a leccare la mano del padrone cattivo quanto leccherebbe la mano di quello buono, perchè non conosce la differenza fra il bene e il male. Il cane è capace di mangiare il suo pastone, vomitare la parte che il suo stomaco non riesce a trattenere e riprendere a mangiare".
Era rimasta in silenzio per un istante, forse pensando a ciò che stava avvenendo nella sala del banchetto in quel momento: uomini e donne presi dalla sguaiata ilarità delle libagioni, intenti a gettarsi cibo l'un contro l'altro e a voltarsi di tanto in tanto a vomitare disinvoltamente per terra a fianco dello scanno. Roland non era diverso dagli altri e certe volte ne era rattristata, ma non gli serbava rancore per questo, nè gliene faceva una colpa. Era fatto così. Forse le avrebbe anche promesso di ravvedersi pur di farle piacere e magari ci sarebbe anche riuscito, ma poi non sarebbe stato lo stesso uomo.
"Capisci queste cose, Peter?"
Peter aveva annuito.
"Bene! Ora, dimmi", aveva domandato chinandosi su di lui, "un cane usa il tovagliolo?".
Annichilito dalla vergogna, Peter aveva abbassato gli occhi sul copriletto e aveva scosso il capo. Evidentemente la conversazione non aveva scantonato quanto lui aveva sperato; forse perchè la serata era stata molto vivace e perché adesso era molto stanco, le lacrimne gli erano affiorate agli occhi e gli erano scivolate sulle guance. Peter aveva lottato contro i singhiozzi che volevano scaturirgli dalla gola. Li aveva imprigionati nel petto e Sasha lo aveva visto e lo aveva ammirato.
"Non piangere su un tovagliolo non utilizzato, amore mio", lo aveva esortato, "perchè non era quella la mia intenzione.". Si era alzata, ,sollevando il ventre rotondo di gravidanza. Il tempo di Thomas era ormai molto vicino. "Per il resto il tuo comportamento è stato esemplare. Qualunque madre del regno sarebbe stata orgogliosa di un giovane figlio che si fosse comportato anche solo parzialmente bene come hai fatto tu ed il mio cuore è pieno di ammirazione per te. Ti spiego queste cose perchè io sono la madre di un principe. Certe volte è arduo, ma non si può cambiare e in verità non lo cambierei nemmeno se potessi. Ricorda però che un giorno la vita di molti altri dipenderà da ogni tuo gesto consapevole e, chissà, potrebbe dipendere addirittura dai sogni che ti verranno nel sonno. E' difficile che la vita altrui debba dipendere dalla tua scelta di usare o no il tovagliolo dopo aver mangiato pollo arrosto... ma può sempre darsi. Non è escluso. E' successo che la vita dipendesse da molto meno. Tutto quello che ti chiedo è che in tutto ciò che farai tu abbia a ricordare la metà civile della tua natura. La metà buona, la metà di Dio. Me lo prometti, Peter?"
"Lo prometto"
"Allora è tutto a posto.". Lo aveva baciato delicatamente. "Per fortuna io sono giovane e tu sei giovane. Parleremo ancora di questi argomenti quando la tua comprensione sarà maggiore."
Non ne avevano più discusso, ma Peter non aveva più scordato la lezione: usava sempre il suo tovagliolo, anche quando quelli intorno a lui non lo facevano.


Che ve ne pare? Io la trovo bellissima come lezione...... come del resto trovo stupendo tutto il libro.

Un bacione.

Susy


Ultima modifica di TRIVIALOZZO il Sab 10 Dic 2011, 13:12 - modificato 4 volte.

_____________________________________________
Non esiste notte tanto lunga da impedire al sole di risorgere.
La vita è come uno specchio, ti sorride se tu sorridi.
Là dov'è il tuo cuore, là sarà anche il tuo tesoro
TRIVIALOZZO
TRIVIALOZZO
Admin

Messaggi : 3493
Data d'iscrizione : 04.12.10
Età : 51
Località : Cinisello Balsamo (MI)

Torna in alto Andare in basso

PER SAMUELA E TUTTI  - LE DUE NATURE DELL'UOMO Empty Re: PER SAMUELA E TUTTI - LE DUE NATURE DELL'UOMO

Messaggio  Ospite Dom 30 Gen 2011, 14:13

Sono d'accordo con te,una lezione bellissima...

Ospite
Ospite


Torna in alto Andare in basso

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.